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Emozioni e inconscio

Il giudice, la vittima e il carnefice

Il giudice, la vittima e il carnefice sono tre ruoli che fanno parte di noi e conducono la nostra vita.

Guidano l’interpretazione della realtà, i sogni che osiamo fare e l’idea di noi stessi.

Il giudice è la nostra coscienza. 
Sulla base della morale e dei principi che abbiamo introiettato, il giudice ci condanna o ci assolve. 

È colui che incarna il nostro codice etico e che ci definisce innocenti o colpevoli. 

Si fa sentire ogni volta che i sensi di colpa ci mangiano, i rimpianti creano in noi la nostalgia e i rimorsi ci condannano. 

Questi sono i suoi strumenti: giudizio e dolore. 

Così, consapevoli che abbiamo infranto le leggi del nostro giudice interiore, diventiamo i nostri primi carnefici e ci infliggiamo la pena che sentiamo di meritare. 

Perché, sotto sotto, la nostra sofferenza è giusta e non siamo degni di una vita migliore. 
Di essere felici.

Per quello che abbiamo fatto, dobbiamo continuare a provare dolore per espiare le nostre colpe. 

Siamo i peggiori carnefici e non ci permettiamo di cambiare le cose. 

Alimentiamo pensieri che riguardano la nostra incapacità, come “non valgo niente, non mi merito nulla, non sono neanche capace di uscire da questa situazione, sono una persona stupida”. 

Pensiamo di non meritare di essere amati, di essere felici. 

E ci circondiamo di persone che incarnano il nostro giudice, che sono dei carnefici come lo siamo noi con noi stessi. 

Tutto per alimentare questo inferno. 

Ma noi, chiaramente, siamo anche la vittima. 

Il carnefice espleta il suo ruolo solo se c’è qualcuno su cui farlo.

Allora non ci ribelliamo, non alziamo la testa, ma veniamo schiacciati e non riusciamo ad immaginare un futuro diverso per noi. 

Navighiamo nel dolore, senza forze e senza possibilità di redimerci. 

Così manteniamo il ruolo della vittima. 

Ma noi siamo tutti e tre: il giudice interiore, il nostro stesso carnefice e la vittima. 

Questi ruoli li creiamo e li alimentiamo noi. 
Quindi, abbiamo anche il potere di cambiarli o distruggerli. 

Come? 
Iniziamo ad analizzare quali sono le leggi e le regole su cui fa leva il nostro giudice. 

Chi ce le ha inculcate nella testa?
Sono quelle giuste per noi?

Decostruiamo tutto ciò che riteniamo corretto o non corretto, e capiamo secondo chi. 

Se noi abbiamo trasgredito alla nostra morale, perché lo abbiamo fatto? 

E ha senso pagare per sempre, con la nostra stessa vita?

Sono tutte domande impegnative, che chiedono di scavare in noi stessi e di mettere in discussione le nostre fondamenta. 

Ma se queste stesse fondamenta hanno permesso di diventare carnefici e vittime, allora dobbiamo costruire una base diversa.

Non mettiamo sempre in discussione noi stessi, non alimentiamo i dubbi sulla nostra capacità, ma iniziamo a dubitare di tutto il resto.

Di tutti gli altri e di quello che riversano su di noi. 

Liberiamoci della vittima e del carnefice, e inseguiamo ciò che vogliamo davvero per noi. 

Perdoniamoci per ciò che abbiamo fatto, siamo umani e possiamo sbagliare. 
Ora però basta. 

Dobbiamo vivere una vita su misura per noi, che merita di essere vissuta. 

Se per te è complicato fare questo lavoro, possiamo farlo insieme.
Scrivimi qui.

About Author

Sono dottoressa in Psicologia clinica specializzata in gestione emotiva e dialogo con l'inconscio. Svolgo sedute private e corsi di formazione online.