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Relazioni

Come chiudere con l’ex

È finita. 

La situazione in cui ci troviamo è questa: c’è appena stato il discorso in cui dite entrambi che non è più possibile continuare la relazione. 
Ne siete consapevoli.

Per una serie di motivi, è arrivato il momento di lasciarsi. 

È finita. 

Dal punto di vista logico, non emotivo. 

Ora ci dobbiamo aspettare la sofferenza data dal distacco.
Valvole di sfogo improvvisate, la tentazione di inviare un messaggio e poi non farlo, momenti in cui si credeva di stare meglio e invece il dolore è ancora lì e a volte ci schiaccia. 

D’altronde, la fine di una relazione è equiparabile all’elaborazione di un lutto. 
Non è uno scherzo. 

Ma come capire quando è davvero finita dal punto di vista emotivo?

Ci sono due strade che ci fanno uscire dal tunnel. 
Due punti di arrivo da cui ripartire per investire nel futuro, liberi dal passato. 

Accettazione o perdono. 

So che adesso alcuni di voi stanno storcendo il naso perché pensano alla gratitudine, all’essere riconoscenti alla vita e al “vogliamoci bene che odiare è sbagliato”, ma non è questo il caso. 

Accettazione e perdono sono termini che identificano due modalità per chiudere una relazione. Tutto qui.

Ora le vediamo nel dettaglio. 

L’accettazione comporta accettare come sono andate le cose, liberandosi dell’accanimento [in questo articolo ho scritto come ci frega. Non ci cascate].

Di solito ha a che vedere con emozioni come odio e rancore, quindi con una relazione finita male. 

Funziona così: io non giustifico il male che mi ha fatto l’altra persona. 

Però, non cerco delle scuse da parte sua. 

Non voglio più che riconosca il dolore che mi ha fatto, non mi interessa. 

Non rinfaccio pescando dettagli da episodi del passato, niente frecciatine.

Non pretendo che ciò che provo sia legittimato dall’altro. 

Non chiedo più nulla e so che non spetta all’altra persona dirmi che ho ragione io.
La mia ragione ce l’ho già sulla base di quello che penso e provo. 

Insomma, possiamo racchiudere il tutto con la frase “ciao e a mai più”
Fine. 

Non c’è affetto, non c’è odio. C’è solo il giusto distacco.
Quella relazione diventerà bagaglio delle esperienze passate della vita. 

Il perdono, invece, mantiene una componente di affetto
È un’elaborazione diversa perché, anche se l’altra persona ci ha procurato del dolore, sappiamo che ha fatto ciò che poteva. 

È un processo che prevede comprensione ed empatia, si vuole bene all’altra persona. 
È anche possibile mantenere un ottimo rapporto, perché no.

Il fatto che non si possa portare avanti una relazione, non vuol dire voler chiudere definitivamente con l’altro. 

Rimane una persona che stimiamo, con cui condividiamo dei valori e che ci conosce molto bene. Magari ci è stata vicino in un momento di difficoltà. 

In questo caso è chiaro che non ci può essere un legame di coppia, ma un altro tipo di rapporto sì. 

Oppure, si può perdonare mantenendo comunque un distacco. 
Il perdono è un processo che avviene dentro di noi, non prevede per forza la presenza dell’altro. 

Si può pensare all’ex e ai momenti passati insieme con affetto, consapevoli però che l’amore non è più presente. 

Non c’è un modo giusto o sbagliato per mettere un punto – emotivo – alle relazioni. 

L’importante è non lasciare le porte aperte e chiudere quel periodo della vita, senza strascichi che creano solo confusione o altro dolore. 

Questi sono due processi che facciamo con noi stessi, anche senza coinvolgere l’ex partner. 

Se non avvengono naturalmente, è possibile lavorarci in seduta. 
Se vuoi mettere un punto anche tu, ma non ci riesci, scrivimi qui

Tutti hanno il diritto di chiudere una relazione per poter lasciar andare il passato e costruire altro.

About Author

Sono dottoressa in Psicologia clinica specializzata in gestione emotiva e dialogo con l'inconscio. Svolgo sedute private e corsi di formazione online.