Torniamo alle basi.
Io lavoro con le emozioni e l’inconscio da anni, quindi do per scontati alcuni concetti di base.
Ma è solo deformazione professionale e oggi voglio rimediare.
Come ho già ribadito più volte, l’inconscio è la nostra parte emotiva.
Racchiude tutte le nostre emozioni, l’istinto, l’irrazionalità.
Detta così, è molto semplice da capire.
Ma voglio approfondire perché questa definizione, seppur corretta, è limitante.
Iniziamo con un esempio.
Ho un desiderio molto forte dettato dalla voglia di libertà e indipendenza.
Vorrei trasferirmi in un’altra città, molto lontana dal posto in cui mi trovo ora.
È il mio sogno, la mia idea di autorealizzazione per eccellenza.
Certo, farlo comporterebbe dei contro: allontanarmi dalla mia base sicura e dalle persone che amo, da tutti i riferimenti culturali ed emotivi che ho, e il doversi rimboccare le maniche per creare un nuovo inizio.
Tutte cose che spaventano.
A questo punto, si instaura una lotta tra ciò che voglio – trasferirmi – e ciò che mi garantisce sicurezza – stare dove sono -.
Questo scontro tra desiderio e paura fa crescere due forze che lottano tra loro.
Da una parte c’è la voglia di cambiamento e l’esigenza di libertà, dall’altra ciò che già si conosce e che rassicura.
Man mano che i dubbi si fanno più forti, entrerò sempre più in crisi.
L’idea del cambiamento radicale di vita continuerà a essere presente nella mia mente e mi tormenterà con pensieri forti e contrastanti.
“E se le cose andassero male?”
ma poi
“Io ho bisogno di realizzarmi, qui non posso farlo!”
In un eterno scontro senza fine.
Nel peggiore dei casi, non riuscirò a fare una scelta e mi tormenterò rimanendo nell’immobilità.
Non scelgo di restare e non scelgo di rimanere, ma intanto i giorni passano.
Io ho fatto l’esempio del trasferimento, ma questo tipo di dinamica può verificarsi in qualsiasi ambito della vita: quando non si sa scegliere tra due persone, quando non si capisce che comportamento adottare con qualcuno oppure se cambiare lavoro.
Questo scontro tra opposti si avverte ogni volta che bisogna fare una scelta che spaventa o che richiede dei sacrifici significativi.
Ma perché prima ho parlato di inconscio?
Perché queste due forze dentro di noi sono di sua pertinenza.
Tutto ciò che ha a che vedere con la tensione e con l’emotività è di sua pertinenza.
Infatti, la logica si trova in estrema difficoltà in questi casi.
Non riusciamo a fare una valutazione oggettiva e razionale delle due scelte, come un robot, e ad agire di conseguenza.
Ci sono troppe variabili in gioco, soprattutto irrazionali.
Per questo sottovalutare l’inconscio e la sua forza è un grave errore.
Avere a che fare con lui non significa solo capire se una persona è triste o felice, non riguarda solo le emozioni, ma tutto ciò che ribolle dentro di noi.
Comprese aspirazioni, esigenze e frustrazioni.
Pensiamo a tutte le componenti che ci appartengono se escludiamo i pensieri logici e i ragionamenti che facciamo.
Quello è tutto inconscio.
Ora è evidente quanto l’avere un buon rapporto con la nostra parte inconscia può aiutarci.
Se riusciamo a essere in contatto con queste forze in noi e a comprenderle tanto quanto facciamo con i nostri ragionamenti, instaurando una relazione rispettosa con loro, la qualità della nostra vita migliorerà a dismisura.
La frustrazione stessa diminuirà e ne gioverà anche la logica.
Quando saremo sotto pressione, invece di provare nervosismo, tutte le carte saranno sul tavolo e le vedremo chiaramente.
Capiremo quali sono i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre aspirazioni, le paure e i nostri bisogni.
Tutto in maniera lucida, senza quella confusione continua causata da forze interiori che si scontrano.
A questo punto, sarà più facile prendere una decisione senza paura di pentirsi.
Se vuoi migliorare il rapporto con il tuo inconscio, scrivimi qui.
In seduta ci concentreremo su di lui e faremo chiarezza in te.
