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Autorealizzazione / Formazione

Il successo nella vita e i manuali di autoaiuto

L’ansia e lo stress stanno aumentando nelle persone.
Così come il burnout, cioè l’esaurimento nervoso causato dal lavoro, che è sempre più frequente in chi cerca di raggiungere il successo nella vita.

Vivendo delle giornate che costringono ad essere iper-performanti, le persone bruciano le loro risorse fisiche e mentali a ritmi che alla lunga sono insostenibili.
Fino a quando la bomba scoppia e loro implodono.

Dall’altra parte, c’è stato un incremento di manuali di autoaiuto che si occupano di crescita personale.
Libri che spiegano come trovare il vero sé, essere produttivi e lavorare 14 ore al giorno senza stancarsi, dominando il gioco.

Sono sempre di più le figure che si occupano di questi temi: formatori di vario genere, motivatori, guide e guru che insegnano come raggiungere il successo nella vita.

I messaggi che si trovano in giro suonano così: niente è impossibile, se vuoi puoi e simili.
Tutti slogan, “ispirazionali” e seducenti, che spingono a fare di più, a credere nei propri sogni e a insistere se si vogliono risultati.

Io non sono contraria a questo tipo di approccio.
Purtroppo, però, le cose non sono così semplici.

Anch’io sono dell’idea che la mentalità e l’azione creino la propria realtà.
Certo, chi ha autostima e disciplina ha più probabilità di raggiungere i propri obiettivi.
Ma l’esasperare questi aspetti non sempre è d’aiuto.

Per prima cosa, in queste narrazioni spesso enfatizzano la figura dell’uomo che si è fatto da sé, che ha creduto nei suoi sogni e ha raggiunto il successo partendo da una situazione svantaggiata.
Ricordiamoci che è possibile, ma non è la norma.

Quindi non sentiamoci sbagliati o incapaci se troviamo più difficoltà del previsto durante il nostro percorso.
Non stiamo lavorando solo per raggiungere ciò che vogliamo, ma anche per colmare quel gap tra noi e le persone che sono nate in famiglie e contesti più agiati.

Stiamo facendo del nostro meglio con i mezzi che abbiamo.
Questo è quello che conta.

Seconda cosa, prima di lavorare su sé stessi con manuali di autoaiuto e approcci simili, bisogna essere sicuri di avere delle basi solide su cui poggiare i piedi.

Questi libri possono aiutare solo chi ha già fatto un determinato percorso personale e vuole una spinta positiva quotidiana.

Ma se una persona è vincolata al dolore o a una situazione tossica, ha dei traumi irrisolti o si sente totalmente fuori controllo, può trarre beneficio solo da manuali di autoaiuto e messaggi positivi?
È di questo che ha realmente bisogno?

Forse può trovarci degli spunti interessanti, ma il dolore si fa passare mettendo le mani in pasta.
Bisogna legittimarlo e rielaborarlo, provarlo per poi lasciarlo andare.

Solo così se ne esce definitivamente, affrontando i propri scheletri nell’armadio e smettendo di girarsi dall’altra parte.
Trovando una soluzione per il proprio caso specifico e facendo un lavoro su misura.

Credo che il punto sia proprio questo: non è la costante attenzione ai pensieri positivi e alla produttività che risolve la situazione, ma occuparsi di ciò che si ignora o si evita da troppo tempo.
Occuparsi davvero di sé stessi.

Ed è molto più difficile accompagnare qualcuno nel proprio dolore piuttosto che convincerlo ad accanirsi sul successo.

Una vita soddisfacente si costruisce capendo il modo migliore per pensare, agire e relazionarsi con gli altri.
Sono aspetti su cui migliorare costantemente, e prendere spunto da diverse fonti che si occupano di crescita personale può aiutare.

Prima, però, bisogna liberarsi degli schermi nocivi e inconsci che vivono dentro di noi.
Altrimenti queste zavorre ci trascineranno a fondo.

Per farlo, io utilizzo il dialogo con l’inconscio.
Se vuoi saperne di più, guarda questo video.

About Author

Sono dottoressa in Psicologia clinica specializzata in gestione emotiva e dialogo con l'inconscio. Svolgo sedute private e corsi di formazione online.