È possibile ricordare qualcosa che abbiamo dimenticato?
Ripescarlo dall’oblio e portarlo alla coscienza?
La memoria, come il linguaggio, la percezione e l’attenzione, è una funzione cognitiva.
Consente di registrare e immagazzinare informazioni, e ci permette di svolgere le varie attività quotidiane.
Detta così, in termini scientifici, la memoria sembra un centro di stoccaggio in cui la merce – i ricordi – viene ricevuta, ordinata e prelevata in base alle necessità.
Ma non è solo questo.
Non possiamo riferirci a questa facoltà mentale senza tener conto delle emozioni.
Come è stato ampiamente dimostrato, le emozioni giocano un ruolo fondamentale per l’elaborazione di ricordi e informazioni.
Basti pensare a quanto è facile imparare se ci si diverte o se le nostre emozioni vengono stimolate, togliendo la patina di noia e obbligo all’apprendimento.
Tutto ciò che noi non ricordiamo, a livello logico, è presente nel nostro inconscio, cioè nella nostra parte emotiva.
Ciò che è stato rimosso o dimenticato si può recuperare da lì, parlando direttamente con l’inconscio e chiedendo a lui ciò che non riusciamo a ricordare.
Può dirci tutto perché niente viene rimosso davvero.
Possiamo capire perché proviamo una determinata emozione ricordando l’evento che l’ha scatenata.
O ancora, farci venire in mente una frase che ci è stata detta e che non riusciamo a mettere a fuoco, ma che influisce nel nostro presente.
Possiamo recuperare e portare in superficie qualsiasi cosa: frasi, persone, eventi, sensazioni, etc.
Questo è utile quando dobbiamo capire la causa di emozioni o interpretazioni del presente.
Per esempio, puoi essere convinto di essere bravo, cattivo, colpevole, solare, o altro solo perché ti è stato detto dai tuoi genitori quando eri piccolo.
Hai fatto tua quella caratteristica senza sapere il perché.
Infatti, hai rimosso dalla memoria cosciente l’evento preciso, ed è rimasta solo l’idea che hanno creato di te. Sei convinto di essere così.
Quando poi si va a indagare dialogando con l’inconscio e capisci che è un’etichetta che ti è stata appioppata da altri, puoi ridimensionarla e decidere cosa farne.
Forse non sei davvero così e puoi ricostruire l’idea di te sulla base di ciò che tu pensi. Non che pensano gli altri.
Per questo la memoria è importante, perché dà la giusta collocazione alle cose.
Riconoscere la causa delle emozioni attuali, pescando quelle passate, è il primo passo per poter avere un quadro chiaro della situazione.
E tutte queste informazioni sono dentro di noi.
Non se ne sono mai andate e non le abbiamo perse.
Dialogare con l’inconscio e pescare ciò che ci serve dalla memoria emotiva permette di conoscersi come mai si è potuto fare prima.
Possiamo avere la risposta a tutti i nostri perché.
Possiamo capire tutti i collegamenti causa-effetto e avere un’idea chiara delle dinamiche che ci governano.
Possiamo riportare alla luce emozioni e sensazioni che ci eravamo dimenticati.
E lo strumento per fare tutto questo è il dialogo con l’inconscio.
Io lo utilizzo in seduta, è il mio strumento d’indagine e di lavoro.
Per saperne di più scrivimi qui.
