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Emozioni e inconscio

Uscire dal pozzo del dolore

Perché è così difficile uscire dal circuito del dolore?

Tutti dovremmo tendere alla felicità e a stare bene, dovrebbe essere un’esigenza naturale.
Almeno su carta. 

Non ha senso portare avanti e coltivare uno stato in cui stiamo male e soffriamo. 
Ha conseguenze negative, ci impedisce di vivere la nostra vita in modo soddisfacente ed è distruttivo.

Allora perché succede? 

Uscire dal circuito del dolore è difficile. 
Quando ci ritroviamo in una situazione di sofferenza, iniziamo a interpretare il mondo con gli occhi e i pensieri che abbiamo in quel momento.

Così, se partiamo da una condizione in cui la vita ci fa sentire annientati, non riusciremo a vedere altro che quello. 

I ragionamenti si concentreranno su ciò che proviamo o sui problemi che abbiamo, nel tentativo di risolverli. 
Ma questo ci porterà a vedere la situazione ancora più cupa

È molto difficile riuscire a circostanziare un problema e a esaminarlo come se non fosse nostro, come se fossimo al di fuori di esso. 

Spesso non abbiamo neanche la lucidità mentale per riuscirci, stiamo troppo male e tutto sembra andare storto. 

Poi ci rendiamo conto che invece non è così, che ci sarebbero delle cose di cui gioire.
Ma questo non ci aiuta a modificare la nostra emotività, anzi la peggiora perché ci sentiamo in colpa per non riuscire ad apprezzare il bello che c’è. 

È come se fossimo nel fondo di un pozzo. 

Non riusciamo mai a scalare le pareti perché sono scivolose, e ogni volta che ci proviamo le nostre energie vengono prosciugate. 

A questo punto, ci vuole qualcuno che ci lanci una corda. 
Che ci aiuti a riemergere.
Prima che il pozzo si riempia d’acqua. 

Qualcuno di abbastanza forte da aiutarci a risalire, che non venga trascinato in fondo al pozzo con noi.

Anche perché questo, oltre a danneggiare la sua vita, peggiorerebbe la nostra con i sensi di colpa.

Come scegliere da chi farci aiutare? Qual è la persona giusta?

Andiamo sul sicuro se è qualcuno che conosce i pozzi, le cadute al loro interno e le corde che servono per reggere il peso di una persona.
Qualcuno che non sia così coinvolto da farsi trascinare a fondo.

Quindi parenti, amici e partner possono sicuramente aiutare, affacciarsi e dirci delle parole di conforto mentre siamo giù, ma non hanno modo di essere risolutivi. 

La cosa migliore è affidarsi a qualcuno che lo fa di lavoro.

Questa è la cosa più saggia. 

E non ha senso aspettare di stare peggio o di non farcela più. 

Affidarsi a un esperto ci fa risparmiare anni di torture autoinflitte e di vita sprecata. 

Se vuoi capire se faccio al caso tuo, se sono io la persona giusta per aiutarti, scrivimi qui. 
Parleremo del pozzo e di come puoi uscirne.

About Author

Sono dottoressa in Psicologia clinica specializzata in gestione emotiva e dialogo con l'inconscio. Svolgo sedute private e corsi di formazione online.