Questo articolo è frutto dei miei trent’anni di esperienza.
Non perché io svolga il mio lavoro da così tanto tempo, ma perché nella mia vita sono riuscita a evitare il senso di colpa.
L’ho “fiutato” negli altri e ho constatato più volte la sua potenza, ma non l’ho mai provato.
È uno dei sigilli – chiamo così le paure emotive – più forti e frequenti che ho potuto osservare negli anni.
Nonostante io in passato abbia commesso degli errori e fatto male a delle persone, non sono mai stata soggiogata dal suo potere.
Quindi, come evitare di finire in questa prigione emotiva?
La definisco prigione perché il senso di colpa impedisce di realizzare i sogni e perseguire i propri obiettivi.
È un freno a mano tirato che intrappola le persone, immobilizzandole.
Non si può procedere perché si rischia di sbagliare ancora e non si può tornare indietro perché ormai il danno è fatto. Così si resta immobili e non si vive.
Come ho fatto io a salvarmi da questo incubo?
Ho sempre cercato il perché dei miei comportamenti invece di applicare un giudizio morale.
Capire la motivazione di ciò che facciamo aiuta a essere clementi con noi stessi.
Riuscire a pensare “l’ho fatto perché provavo questo / la situazione era questa / ho reagito a questo” permette di comprendere meglio le dinamiche di ciò che è successo, tralasciando il codice etico.
Ognuno deve trovare la propria motivazione sostenibile per potersi perdonare.
Perché hai reagito così? Cosa ti ha spinto?
Una motivazione c’è sempre, anche solo emotiva.
Inoltre, siamo molto severi con noi stessi.
Ma se ci fosse un’altra persona al tuo posto, cosa le diresti? Probabilmente la tua clemenza sarebbe maggiore.
Un altro processo comune che si fa in questi casi è addossarsi tutte le responsabilità.
Si pensa che il comportamento dell’altra persona sia la conseguenza di ciò che abbiamo fatto noi, come se non fosse un individuo a sé stante capace di intendere e di volere.
In questo caso, può aiutare capire che la responsabilità è di entrambi e che ognuno ha contribuito alla situazione.
I rapporti si costruiscono e si distruggono sempre in due.
L’altra persona in che modo ha contribuito a ciò che consideri un tuo errore?
Prova a rispondere a questa domanda.
L’ultima cosa, che ti salverà non solo dal senso di colpa, ma da tutti gli errori che commetterai è: impara a essere indulgente con te stesso e a perdonarti.
Continuare a pensare di aver sbagliato non ti aiuterà.
Neanche continuare a sentirsi in debito nei confronti di qualcun altro ti aiuterà.
Per quanto ancora dovrai espiare le tue colpe?
Per quanto ancora ti dovrai punire?
É arrivato il momento di tornare a vivere.
Se non riesci a farlo da solo, scrivimi qui.
