Ripartiamo dalle basi.
Ogni tanto è bene ricordare i punti chiave sull’inconscio e il suo funzionamento.
Cos’è l’inconscio
L’inconscio viene da sempre considerato come l’istanza, cioè la parte del nostro apparato psichico, che comprende tutto ciò che non può essere conosciuto a livello conscio.
È un mondo nascosto di cui non abbiamo consapevolezza.
Per alcuni approcci, gli unici modi per arrivare al suo contenuto sono lo studio dei sogni, i lapsus e altri canali indiretti.
Io, invece, considero l’inconscio come la nostra parte sì più profonda, ma che comprende tutte le emozioni che proviamo o abbiamo provato nella vita, senza distinguerle in positive e negative.
Vengono dall’inconscio anche altre capacità che abbiamo e che spesso non sappiamo collocare nella nostra razionalità. 
Per esempio, il sesto senso, l’intuizione, la creatività e l’istinto.
Il dialogo con l’inconscio
La vera svolta in ambito di benessere psicofisico è stata capire come poter comunicare con il nostro inconscio in maniera diretta.
Ad oggi non serve più ricorrere all’interpretazione di sogni e lapsus.
È possibile riportare a galla tutte le informazioni che ci servono stabilendo una comunicazione esplicita.
Ci è stato insegnato che c’è una parte oscura in noi e che rimarrà sempre tale.
In realtà, con i giusti mezzi, possiamo riportare alla coscienza qualsiasi nozione sulla nostra vita.
Io in seduta mi rivolgo all’inconscio come se fosse una persona: sono consapevole del fatto che ha delle esigenze e un modo di funzionare completamente diversi da noi, che infatti ci identifichiamo solo con la nostra razionalità.
Per questo, quando ho davanti qualcuno, so che posso rivolgermi alla sua parte logica o alla sua parte analogica, e otterrò informazioni diverse.
il rapporto con la LOGICA
Il nostro inconscio e la nostra razionalità sono in costante lotta tra loro.
Hanno esigenze e modalità di funzionamento opposte: ragioniamo o ci lasciamo pervadere dall’emozione, cerchiamo di rilassarci o viviamo uno stato tensionale, ascoltiamo la ragione o il cuore.
Per questo succedono disastri se gestiamo male tutto il sistema.
Per fortuna, anche se naturalmente sono rivali, queste due istanze possono collaborare nel momento in cui ci comportiamo da mediatori e soddisfiamo entrambe.
È come cercare un accordo tra le parti grazie alla diplomazia.
Invece di schierarci sempre a favore della logica, prendendo delle decisioni ferree e razionali, o dell’inconscio, perché tanto alla fine si cede nonostante la propria volontà, è bene gestire la situazione e avere entrambe sotto controllo.
È utopia? Se non avete le giuste conoscenze e i mezzi necessari sì, altrimenti vi assicuro che è possibile.
Il mio lavoro in seduta consiste proprio in questo.
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