Siamo abituati a pensare che il mondo si divida in bene e male.
Buono e cattivo, positivo e negativo, giusto e sbagliato.
Anche i riferimenti culturali spingono in questa direzione, basta pensare ai supereroi nei film, che ci salvano dai cattivi.
Applichiamo questa dicotomia anche alle emozioni: ci sono quelle positive che ci fanno stare bene e quelle negative che ci rovinano le giornate.
Ma c’è un altro parametro importante che non prendiamo quasi mai in considerazione e che è fondamentale quando si parla di benessere: l’intensità.
Con intensità intendo la quantità di tensione che è legata a quell’emozione, cioè quanto è forte.
È l’energia che scaturisce da ciò che proviamo.
Non possiamo pensare alle emozioni senza prendere in considerazione questa variabile.
È vero che si sta bene quando si provano emozioni positive, ma quanto sono forti?
E dove incanaliamo la loro energia?
Ogni emozione provoca tensione in noi ed è più importante capire come maneggiarla piuttosto che cercare solo felicità, positività e “good vibes” (come se fosse possibile…).
Quando soffriamo o ci arrabbiamo creiamo energia, esattamente come quando sprizziamo gioia. E quando riusciamo a incanalarla otteniamo i risultati che vogliamo.
Purtroppo, non siamo abituati a ragionare così perché c’è il mito della felicità, questa meta a cui tutti dobbiamo ambire, ma il vero benessere si ottiene trasformando e sfruttando al meglio l’energia che si ha.
Quando la riconosciamo, la accogliamo e la convertiamo in forza generatrice, allora abbiamo vinto.
Ma come riuscirci quando nasce da un sentimento negativo?
Prendiamoci il tempo necessario per viverlo, senza negarlo, così poi potrà trasformarsi in senso di rivalsa, rinascita, ri-costruzione e tutto ciò che segue un momento di sconforto.
Non dobbiamo aver paura della sua potenza perché è anche la nostra.
Non è un corpo estraneo, siamo sempre noi.
La quantità di tensione è una variabile che non dipende dalla qualità dell’emozione (positiva o negativa) e questo ci permette di incanalarla anche se ha un’origine che ci fa male.
Questa è la bellezza delle emozioni.
Certo, non essendo abituati a ragionare sulla base della tensione, è difficile applicare questa idea quando proviamo qualcosa.
Ma abituarsi a farlo ci permetterà di apprezzare tutto lo spettro delle nostre emozioni.
Inoltre, quando c’è tensione, è possibile convertirla da negativa in positiva, proprio perché intensità e qualità sono due variabili svincolate tra loro.
Pensiamo a quando siamo arrabbiati: possiamo sfogare tutta quell’energia con l’azione, per esempio con l’esercizio fisico, che è positivo per la nostra salute.
Oppure, l’ansia per un esame universitario si trasforma in una capacità maggiore di concentrarsi e studiare. Ciò che si fa nei due giorni prima della prova, è ciò che non si è riusciti a fare nelle settimane precedenti.
Proprio perché l’energia è incanalata lì e non c’è distrazione che tenga.
So che queste sono capacità da pro, da persona che ha la propria vita in mano e che si gestisce a suo piacimento.
Ma ho voluto scrivere queste parole anche solo per dire “sì, è possibile” e per dare una visione alternativa ai supereroi che sconfiggono i cattivi.
Se vuoi allenarti ad applicare questo punto di vista, prendendo spunto da ciò che provi nella tua vita quotidiana, scrivimi qui. Lavoreremo sulla tua energia.
