Quando ci si sente spaccati in due, confusi e senza sapere cosa fare, spesso si ha la sensazione che emozioni e pensiero logico non stiano collaborando.
“Visti i precedenti, dovrei comportarmi di conseguenza”, ma poi “E se mi sbagliassi?”.
Le emozioni sembrano spingere in un’altra direzione rispetto al buon senso.
Una scelta è giusta sia analizzata con razionalità sia emotivamente, peccato però che le due strade siano diametralmente opposte: la soluzione della ragione è A, quella dello stato d’animo è Z.
Logica ed emotività sono due fazioni opposte e hanno necessità diverse.
La nostra parte razionale vuole la tranquillità e l’assenza di tensioni.
Il nostro lato emotivo, invece, si nutre di stimoli forti.
Ce lo insegnano fin da piccoli…
Ci è stato insegnato che bisogna prediligere la razionalità, che è giusto controllarsi, stare composti e non agitarsi.
Veniamo premiati se siamo diligenti e a modo, senza eccessi o impeti.
È così che si diventa dei bravi bambini.
Ora è più facile comprendere perché la logica viene di gran lunga considerata la favorita, mentre delle emozioni non sappiamo che farcene: nessuno ci ha mai spiegato come ascoltarle.
È giusto farle sedere al tavolo delle decisioni? In quali casi?
Non si sa.
Se si è tristi o arrabbiati, basta distrarsi? Quali sono le alternative?
Ancora una volta, non si sa.
Non sappiamo maneggiare ciò che proviamo.
È per questo che andiamo in cortocircuito quando l’emotività sgomita per farsi ascoltare, facendo saltare i piani logici. E in quel momento ci sentiamo impotenti.
Bravi bambini sì, ma non abbastanza. Se fossimo ancora a scuola, il voto sarebbe insufficiente.
Allora cerchiamo di correre ai ripari scollandoci il più possibile da quello che proviamo, cercando di controllarci e odiando la parte irrazionale in noi.
È questo il vero motivo del nostro malessere: favoriamo una delle due fazioni, la logica, a discapito dell’emotività. Così nasce la nostra insoddisfazione.
Capita che una delle due parti prenda il sopravvento sull’altra, ma non può essere sempre la stessa a vincere (lo spiego bene in questo articolo).
L’equilibrio si ottiene con l’appagamento di entrambe.
Anche se non è possibile farlo in contemporanea – a volte asseconderemo la logica, altre volte l’emotività – l’importante è avere sempre un occhio di riguardo nei confronti della parte “lesa”.
Bisogna farlo con la consapevolezza che quando si favorisce una parte di noi, l’altra viene penalizzata.
In conclusione, non c’è un assoluto che definisca come dobbiamo comportarci in ogni situazione, con quale parte essere sempre schierati.
Di volta in volta dobbiamo valutare cosa conviene fare – cosa ci fa stare bene – ricordando che siamo fatti sia di pensieri che di emozioni, ed è nostro compito dar loro lo stesso valore.
In seduta lavoro per aiutare le persone a raggiungere questo equilibrio (qui trovi i miei contatti e più dettagli per capire come potrei esserti di aiuto).
